Rendere intelligente la propria casa con la domotica
L’acronimo IoT (Internet of Things) rappresenta una vera e propria nuova frontiera da varcare soprattutto in una società che invecchiando pone nuove problematiche da risolvere per rendere più facile la vita di tutti.
In pratica con questa sigla si intendono i processi in grado di permettere agli oggetti di interagire tra loro e con la realtà circostante, grazie a chip e sensori inseriti al loro interno. In tal modo diventa possibile ad esempio un attento monitoraggio dei consumi energetici dell’abitazione da parte di un’azienda specializzata come Soltek Elettricisti Viterbo: una saggia programmazione settimanale da remoto dei vari impianti e l’illuminazione della casa con un semplice click.
Come si può facilmente comprendere, per le aziende la domotica rappresenta una straordinaria opportunità a livello globale. Dalla quale anche l’Italia sembra intenzionata a ricavare vantaggi, come dimostra del resto la fioritura di start-up innovative, nonostante la penuria di investimenti in un momento ancora complicato dal punto di vista economico.
La base normativa sulla domotica
Internet come fulcro della casa intelligente e connessa ha un suo preciso riferimento normativo, rappresentato dalla Legge 164/2014 con cui è stato convertito il Decreto Legge 133 del 2014. Il provvedimento in questione ha in particolare provveduto a stabilire un fondamentale punto fermo: dal 1 luglio 2015 gli edifici di nuova costruzione o oggetto di ristrutturazioni sostanziali hanno l’obbligo della predisposizione alla banda larga.
Qual è la ratio di questa normativa?
In pratica nuovi edifici devono essere dotati di un’infrastruttura fisica multiservizio passiva interna, a formare la quale sono spazi installativi adeguati e impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete, oltre che di un punto di accesso, ovvero di un punto fisico situato all’interno o all’esterno dell’edificio e tale da poter facilitare l’accesso alle imprese autorizzate a fornire reti pubbliche di comunicazione e consentire la connessione con l’infrastruttura interna all’edificio predisposta per i servizi di accesso in fibra ottica a banda ultralarga. In pratica, l’abitazione domotica deve avere la sua base nella predisposizione degli impianti in tale direzione.
Perché questo?
Per il semplice motivo che se in un impianto tradizionale ogni funzione prevede un cablaggio separato e dedicato, in un impianto innovativo i dispositivi intelligenti prendono il posto delle apparecchiature tradizionali, permettendo sia di elaborare informazioni che di comunicare tra loro.
Per farlo, si possono utilizzare vari sistemi, dal BUS con cavo dedicato, alle onde radio, passando per quelle convogliate. Nel primo caso, la domotica si realizza con il doppino intrecciato, cui sono connessi in parallelo tutti i dispositivi tramite di un dispositivo elettronico di interfaccia. In tal modo è possibile provvedere contemporaneamente all’alimentazione elettrica dei dispositivi ed allo scambio di informazioni tra di essi, permettendo agli attuatori, ovvero i dispositivi che eseguono un comando ed ai sensori, che invece li ricevono, di comunicare. Proprio per bypassare gli eventuali problemi di comunicazione tra dispositivi di diverse aziende produttrici è stato ideato Konnex (KNX), uno standard mondiale che consente di inserire componenti marchiati KNX nel BUS, indipendentemente da chi li abbia prodotti, utilizzando un software, l’ETS, grazie al quale è possibile dare vita alla configurazione del sistema e al monitoraggio dei dispositivi.
Un impianto di questo tipo, pur essendo naturalmente più costoso rispetto ad uno di tipo tradizionale, aumenta l’affidabilità del sistema, in quanto rende impossibili i disturbi tipici delle onde radio e consente una facile integrazione dei vari sistemi, proprio per la semplicità del cablaggio, rivelandosi ideale in abitazioni molto estese e dotate di molti componenti.
Il problema deriva invece dalla necessità di lavori di installazione abbastanza importanti, a partire dalle opere murarie.
Per evitare una ipotesi di questo tipo, si può optare per la realizzazione di una domotica basata su metodi di trasmissione wireless basati su onde radio, soprattutto in edifici già esistenti. Il sistema ad onde radio è ad esempio basato sulla tecnologia Radio ZigBee e sull’impiego di dispositivi di comando alimentati a batteria e di dispositivi attuatori alimentati dalla rete elettrica e connessi al carico da controllare, i quali possono comunicare via radio su segnale avente una frequenza di 2,4 GHz.
Le caratteristiche in questione rendono possibile contare sulla estrema flessibilità al fine di realizzare nuovi impianti elettrici o di modificare quelli esistenti con cablaggi ridotti e interventi di non grande entità alla struttura muraria. Va peraltro ricordato che tali dispositivi sono in grado di essere integrati ad impianti con tecnologia BUS tramite interfacce specifiche.
Oltre a Radio ZigBee esiste anche un altro protocollo di questo genere, ovvero Z-Wave, il quale permette una comunicazione bidirezionale tra i dispositivi abilitati, con una copertura tale da oscillare tra i 20 e i 30 metri nei luoghi chiusi.
Infine i sistemi ad onde convogliate, i quali provvedono a sfruttare la linea elettrica già disponibile per interconnettere i sistemi domotici.
In questo caso i comandi utilizzano la rete elettrica e sono raccolti dalle utenze per mezzo di un codice di indirizzamento univoco. Il problema che complica questo protocollo di trasmissione, il cui standard più diffuso si chiama X10, è il fatto che la corrente elettrica sia oggetto di distorsioni di non poco conto e frequenti, che però può essere facilmente superato adottando un filtro di linea.